TUMORE ALLA MAMMELLA
Il tumore alla mammella è la forma neoplastica più diffusa nel nostro Paese in tutte le fasce d’età, più del tumore al colon-retto e al polmone. Tali dati derivano dalle stime dell’Associazione italiana di oncologia medica e dell’Associazione italiana dei registri tumori per l’anno 2018. Si legge che il numero stimato di nuovi casi di tumore alla mammella è cresciuto da 51mila del 2017 ai 52.800 del 2018. Praticamente una donna su otto ne viene colpita, 135 ogni giorno: numeri davvero allarmanti. Attenzione però: il tumore alla mammella non è un’esclusiva del sesso femminile: ogni anno, infatti, si registrano circa 500 nuovi casi di tumore alla mammella negli uomini.
Grazie però ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, nonostante il continuo aumento dell’incidenza, oggi si muore meno che in passato.
Sono stati identificati, infatti, molti fattori di rischio, alcuni modificabili come lo stile di vita (smettere di fumare, aumentare il consumo di frutta e soprattutto verdura, ridurre l’utilizzo dei grassi animali, raggiungere e mantenere il peso forma, aumentare l’attività fisica) altri invece no, come l’età (la maggior parte di tumori alla mammella colpisce donne oltre i 40 anni) e fattori genetico-costituzionali.
Ci sono inoltre alcuni fattori legati alla vita riproduttiva che possono influenzare il rischio di tumore alla mammella: un periodo fertile breve (prima mestruazione tardiva e menopausa precoce) e una gravidanza in giovanissima età sono protettive, così come l’allattamento per oltre un anno. Solo il 5-7% risulta essere ereditario, in relazione a mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2.
La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire già dai 20 anni con l’autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese (metodologia però di non forte efficacia). È indispensabile, poi, proseguire con controlli annuali del seno eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo affiancati alla mammografia biennale dopo i 50 anni o all’ecografia, ma solo in caso di necessità, in donne giovani. Nelle donne che hanno avuto una madre o una sorella malata in genere si comincia prima, verso i 40-45 anni. In anni recenti la discussione sulla utilità della mammografia ha portato molti medici a considerare la possibilità di suggerire età di esordio e frequenza della mammografia sulla base delle caratteristiche della singola paziente piuttosto che sulla base di linee guida e screening uguali per tutte.